Corigliano Calabro - Guida Turistica

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.: CORIGLIANO CALABRO
 Corigliano Calabro è un comune di 38.739 abitanti della provincia di Cosenza.
 Sul mare Jonio nei pressi di Sibari centro vitale e commerciale, produzioni agricole: arance, clementine, olive, olio, e la produzione di latticini.
 La pesca è un altro aspetto molto importante dell'economia di Corigliano Calabro con l'enorme porto peschereccio nella frazione Schiavonea; così come un forte volano per l'economia e lo sviluppo è dato dal turismo, con la naturale posizione strategica di Corigliano che, affacciata sul mare, è a pochi chilometri dai boschi della Sila e dai monti del Parco Nazionale del Pollino.
 n epoca anteriore al X secolo, nella località di "Cantinella", si era insediato un monastero di monaci greco-bizantini, dedicato a San Mauro, intorno al quale si era sviluppato un piccolo borgo. In seguito ad un'incursione araba del 977 da parte dell'emiro di Palermo, al Quasim, molti degli abitanti si spostarono in luoghi più elevati, determinando lo sviluppo del piccolo villaggio di Corellianum (il cui nome indicherebbe un "podere di Corellio") sul colle detto "del serratore".
 Dopo la conquista normanna, a Roberto il Guiscardo viene attribuita nel 1073 la fondazione di un castello, con annessa chiesa dedicata a San Pietro. La città si sviluppa progressivamente intorno al castello e alle chiese di "Santoro" e di "Santa Maria".
  Durante il XII secolo vi era stata accolta una comunità ebraica e nella località "Pendino" venne costruito il monastero francescano. Nel 1276 la città arrivò a circa 2700 abitanti. Nel XIV secolo fu sotto il dominio dei conti di Sangineto per passare in seguito ai Sanseverino. Un arresto dello sviluppo si ebbe nel XV secolo, a causa del continuo stato di guerra tra Angioini e Aragonesi. Nel 1532 il numero degli abitanti era cresciuto quasi a 4.000 e nel 1538 la città riuscì a respingere l'attacco del pirata saraceno Barbarossa.
 I Sanseverino tennero il dominio su Corigliano fino alla morte dell'ultimo Sanseverino del ramo di Tricarico, il prodigo Niccolò Bernardino, principe di Bisignano. Nel 1616, per ripianare i debiti lasciati dal Sanseverino, il governo dispose la vendita dei suoi beni feudali e tra questi Corigliano, che fu acquistato da Agostino e Giovan Filippo Saluzzo, ricchi finanzieri impegnati nelle attività economiche del Regno di Napoli. Dopo alcuni passaggi ereditari la signoria si consolidò progressivamente nelle mani di Giacomo Saluzzo, presidente della "Regia Camera della Sommaria", che dispose del feudo in favore del figlio Agostino. Questi, dopo aver sostenuto un lungo assedio nel Castello e aver respinto le forze repubblicane del duca di Guisa (1647-48), ottenne, l'8 maggio del 1649 il titolo di duca di Corigliano da parte di Filippo IV di Spagna.
 Durante il XVII secolo i Saluzzo non riuscirono a fermare la progressiva decadenza economica: molte delle terre della pianura erano state abbandonate ed erano divenute paludose, provocando un accentuazione della malaria, a cui si aggiunse un'epidemia di peste nel 1656.
 Nel XVIII secolo si ebbe un miglioramento delle condizioni, grazie alle opere di bonifica intraprese dai duchi e alla produzione della liquirizia. Gli abitanti raggiunsero la cifra di 6.800 nel 1743 e la città si era sviluppata con nuovi quartieri fuori della mura ("Gradoni Sant'Antonio" e “San Francesco”). Durante la dominazione francese nel 1806-1815 il coriglianese Antonio Toscano difendendo il forte di Vigliena dai Sanfedisti, preferì far saltare il forte piuttosto che arrendersi. Nel 1806 la città aveva rifiutato i rifornimenti all'esercito francese e venne saccheggiata.
 A causa dell'abolizione della feudalità i Saluzzo furono costretti a vendere le terre nel 1822 al barone Giuseppe Compagna, (1780-1834),che abilmente ricompose nelle mani proprie e dei suoi eredi Luigi (1823-1872) e Francesco (1848-1925), il potere economico che era stato dei duchi Saluzzo.
 Tra il 1814 e il 1951 gli abitanti passarono da poco più di 8.000 a circa 21.000: lo sviluppo si deve alla riforma agraria e alla bonifica della pianura, dove si impiantano vasti agrumeti. Crebbero considerevolmente le varie frazioni, alcune delle quali si svilupparono come località turistiche (Piano Caruso).
  Nel 1863 Corigliano prese la denominazione di "Corigliano Calabro" per evitare la confusione con Corigliano d'Otranto